È legale da parte delle scuole convocare per le supplenze fino al 30/6 o fino al 31/8 senza attendere la LIBERATORIA (il permesso) da parte delle USR o USP?
E' una domanda che circola sui gruppi facebook perchè alcune scuole del Piemonte ma, immaginiamo anche di altre regioni, stanno convocando senza attendere il nulla osta dell'Ufficio scolastico regionale.
I sindacati hanno mandato una nota al Ministero chiedendo una circolare per fare chiarezza sulle modalità di convocazione dei supplenti visto che il Nuovo CCNL prevede il divieto di contratti fino avente diritto.
Ma la domanda è: come si può definire un contratto fino al 30 giugno con la clausola rescissoria?
Ad esempio, il personale di ruolo su un profilo inferiore che accetta, in base all'art. 59, di ricoprire un incarico annuale in profilo diverso, come si tutela dalla possibile interruzione del contratto?
Scrive su facebook Marcella: "A me stanno arrivando convocazioni sia "fino avente diritto" sia con data di fine, quindi ecco la confusione: chi non lo ha specificato è sottinteso che sia fino avente diritto oppure sta facendo qualcosa di illecito o che cosa? Boooh"
Scrivono altri docenti: "Questa liberatoria è obbligatoria, per cui le scuole stanno commettendo un illecito che danneggia in particolare gli art. 59."
Ci auguriamo che nell'incontro Miur/Sindacati di giovedì 13 settembre alle ore 10 questo nodo delicato dei conferimenti di supplenze venga sciolto con un'immediata disposizione a tutti gli USR.
E' il caso di ricordare che l'anno scorso, per motivi similari, ne è nato un rimpallo di responsabilità tra Miur e Ragioneria generale con trascinamento di problematiche burocratiche fino al mese di gennaio.
Personale della Scuola per la Qualità e Dignità del Lavoro
La voce di insegnanti e personale Ata i cui diritti vengono quotidianamente calpestati
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martedì 11 settembre 2018
venerdì 7 settembre 2018
Scuola, senza una sana gestione del personale moriremo prima
Per esemplificare il concetto espresso nel titolo vogliamo fare una forzatura e riferire al mondo della Scuola alcune frasi e parole dell'articolo "La felicità sul lavoro fa bene (anche) al lavoro" di Sandra Mori, Presidente dell'Associazione Valore D :
"Sempre più le ricerche evidenziano una correlazione diretta tra il benessere" dei docenti e del personale Ata e la qualità del loro lavoro.
Sarebbe opportuno che i Dirigenti scolastici e gli organi collegiali della scuola "definiscano programmi di valorizzazione del personale, con percorsi di crescita personalizzati sulle aspirazioni e possibilità di formazione continua".
"Le prime evidenze dicono che se le persone sono felici la produttività aumenta del 12% mentre i dipendenti"infelici" possono diventare un costo" enorme..
La fondatezza delle argomentazioni di Sandra Mori sembra confermata da quanto pubblicato sulla rivista "Age and Ageing" riguardo uno studio condotto a Singapore su 4478 partecipanti dal 2009 al 2015.
Esso ha evidenziato che un aumento del livello di felicità è direttamente proporzionale a una riduzione della mortalità.
"Pertanto- dice Rahul Malhotra, autore dello studio- "le politiche e i programmi che mantengono o migliorano la felicità e il benessere psicologico possono contribuire a una vita più lunga".
Il 25% del totale delle giornate di lavoro perse è legato alla depressione, dal 25% al 50% delle persone depresse manifestano un evidente calo di produttività lavorativa. Sono gli ultimi dati che emergono da studi recenti e fatti propri dall’OMS per fare il punto sul tema chiave della Giornata mondiale della salute mentale, che si svolge il 10 ottobre.
Un'altra importante ricerca sul legame tra felicità e qualità delle relazioni umane è stata condotta ad Harvard dal prof. Robert Waldinger
Dal 1938, un gruppo di ricercatori dell’università americana ha studiato le vite di 724 persone (tutti maschi) divise in due macro-gruppi: 268 studenti al secondo anno dell’ateneo bostoniano seguiti dall’equipe dello psichiatra George Vaillant (tra cui il futuro presidente degli Usa John F. Kennedy), da un lato; e 456 ragazzi fra i 14 e i 16 anni (tutti residenti nei sobborghi di Boston) “analizzati” dalla School of Law, dall’altro. Ogni due anni, gli studiosi incontravano sempre le stesse persone per sottoporle a questionari di valutazione ed esami medici. Lo scopo era quello di capire quali fossero i fattori che garantiscono una vita felice e, allo stesso tempo, capire cosa volesse dire per le persone intervistate vivere e invecchiare felicemente. Il risultato? «Il messaggio più chiaro che otteniamo da questo studio è che le buone relazioni ci mantengono felici e più sani. Punto».
Detto questo veniamo alla realtà che troviamo in molti istituti scolastici.
La descrive sulla testata online "Tecnica della scuola" il prof. Mario Bocola:
"A volte i collegi docenti, in diverse realtà scolastiche stanno perdendo il loro ruolo di essere organo decisionale, come pure del tutto fuorviante è il potere, concesso sempre dalla tanto discussa legge della “Buona Scuola”, del Dirigente Scolastico di decidere, previa valutazione del Comitato di Valutazione, a chi deve essere affidato il “bonus premiale”.
Sarebbe il caso pensare che sia solo il Comitato di Valutazione, sulla base dei criteri attribuiti dalla legge a decidere la concessione del bonus, onde creare situazioni spiacevoli.
Il ruolo decisionale affidato ad una sola persona (la Storia ci insegna e ci viene in soccorso) ha portato a forme estreme di sudditanza verso il popolo.
Detto questo devono essere eliminate o “addolcite” quelle parti della legge 107/2015 che creano forme di eccessivo dispotismo che nuoce alla scuola e alla comunità che in essa opera.
La vecchia e cara figura del Preside e del Direttore didattico veniva percepita da tutta la comunità scolastica come una figura “alla pari”, senza nessuna investitura di superiorità esasperata, ma soprattutto di una persona calata nei problemi reali della scuola e capace di umanizzarli e di risolverli attraverso l’incontro, la discussione e il dialogo.
Oggi, invece, con la crisi dei valori e la disumanizzazione della società del XXI secolo, la figura del Dirigente Scolastico o del Dirigente di altra pubblica amministrazione viene vista come quella di una persona che comanda.
In realtà il Dirigente Scolastico deve dare l’indirizzo e promuovere un clima collaborativo e cooperativo all’interno della Scuola.
In ultima analisi della legge “Brunetta” (150/2009), che con l’introduzione delle sanzioni disciplinari ha posto in mano ai Dirigenti Scolastici, lo scudiscio con cui sanzionare e diremmo in maniera più cruda “bastonare” i docenti, costretti quasi a subire tutte le angherie stritolati come sono da un sistema perverso. Dunque Dirigenti “umani” e meno burocrati."
A questi problemi si aggiunge il fatto che oggi le segreterie degli istituti comprensivi gestiscono una media di circa 800/1200 alunni e molte scuole secondarie ancora di più, il personale è raramente al di sotto delle cento unità, il dirigente ha spesso anche una reggenza.
Mancano Dsga e in tutta italia si fa addirittura l'interpello nazionale per reclutare assistenti amministrativi con esperienza disponibili a trasferirsi e ricoprire il ruolo di responsabili amministrativi in altre province scoperte.
Ma con Dirigenti scolastici reggenti che non potranno assicurare una presenza costante nell'istituto e in mancanza di adeguato numero di Direttori dei Servizi generali e amministrativi idonei, chi avrà la motivazione, competenza, passione di curare la gestione del personale, di garantire che in un servizio pubblico essenziale per il paese sia tenuta alta la qualità delle relazioni umane e professionali tra docenti, tra Ata e tra personale scolastico e famiglie??
Da qui passa il buon funzionamento della Scuola Pubblica, la Salute e la Qualità della vita dei suoi "abitanti", assistenti amministrativi, collaboratori scolastici, docenti.
E e da qui passa il futuro delle nuove generazioni.
giovedì 1 marzo 2018
Scuola Besso di Ottavia, 8 marzo Assemblea del personale
Ogni lavoratore della scuola, docente o ATA, ha a disposizione 10 ore retribuite per partecipare ad assemblee sindacali durante l'anno scolastico.
Giovedì 8 marzo, giornata coincidente con la Festa delle donne, presso l'Istituto comprensivo Octavia di via Mazzatinti 15 è stata indetta un'assemblea del personale scolastico, docenti e Ata, nelle prime due ore di servizio che, per la primaria, significano dalle ore 8.30 - 10.30.
Gli argomenti all'Ordine del Giorno sono abbastanza importanti perché riguarderanno il rinnovo del Contratto Nazionale della Scuola, la Contrattazione di Istituto e il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie.
L'informazione e la partecipazione alle riunioni e alle assemblee, a prescindere dalle sigle sindacali, sono elementi fondamentali per la qualità di un istituto scolastico.
Passate parola
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P.S. DIRITTI A SCUOLA, NOTIZIE UTILI PER CHI SI RECA A VOTARE IL 4 MARZO.
ASSENZA DAL LAVORO DEI DIPENDENTI CHE SI RECANO A VOTARE IN COMUNI DIVERSI DA QUELLI OVE PRESTANO L’ATTIVITÀ LAVORATIVA
Non è previsto alcun permesso specifico per recarsi a votare, fatto salvo quanto indicato nel paragrafo successivo.
È comunque pacifico il diritto del lavoratore a chiedere - ed ottenere - permessi non retribuiti o ferie per raggiungere il proprio comune di residenza con i mezzi di trasporto ordinari (treno, aereo, nave).
Solo il personale con rapporto a tempo indeterminato dei comparti pubblici può fruire, a tale scopo, dei permessi retribuiti previsti contrattualmente, se non ancora utilizzati.
PERMESSO RETRIBUITI AI DIPENDENTI PUBBLICI PER ESERCITARE IL DIRITTO DI VOTO
La materia è disciplinata dalla circolare della ragioneria generale dello Stato Igop n. 23 del 10.3.1992. La concessione del permesso retribuito per recarsi a votare in comune diverso da quello della sede di servizio, ai sensi dell’art. 118 del DPR 30.3.1957, n. 361, è previsto solo nell’ipotesi in cui il lavoratore risulti trasferito di sede nell’approssimarsi delle elezioni il quale,
anche se abbia provveduto nel prescritto termine di 20 giorni a chiedere il trasferimento di residenza, non abbia ottenuto in tempo l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio.
Qualora ricorra la predetta circostanza al lavoratore va riconosciuto il permesso retribuito per l’esercizio del diritto di voto entro i limiti di tempo stabiliti dal Ministero del Tesoro con Decreto 5.3.1992 sotto indicati, comprensivi del tempo occorrente per il viaggio di andata e ritorno:
• un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri;
• due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le isole.
AGEVOLAZIONI PREVISTE SULLE SPESE DI VIAGGIO SOSTENUTE, A FRONTE DELLA PRESENTAZIONE DELLA TESSERA ELETTORALE
Per usufruire delle agevolazioni occorre presentare la tessera elettorale: in mancanza della tessera elettorale il viaggiatore potrà firmare un'autocertificazione. In ogni caso nel viaggio di ritorno
l'elettore dovrà presentare la tessera elettorale con il timbro della sezione presso cui ha votato.
Si ricorda che il diritto di voto è, a norma dell'art. 48 della Costituzione, dovere civico ed è tutelato e garantito dalle disposizioni generali dell’ordinamento in materia di esercizio dei diritti politici, per cui sarebbero illegittimi eventuali comportamenti miranti ad ostacolarlo.
Sono previste agevolazioni tariffarie, per treni, navi e aerei, per gli elettori sia in Italia che all’estero. Sul sito del Ministero degli Interni, in occasione di ogni consultazione elettorale, sono pubblicate le norme al momento in vigore... (estratto dal sito Flc Cgil)
ASSENZA DAL LAVORO DEI DIPENDENTI CHE SI RECANO A VOTARE IN COMUNI DIVERSI DA QUELLI OVE PRESTANO L’ATTIVITÀ LAVORATIVA
Non è previsto alcun permesso specifico per recarsi a votare, fatto salvo quanto indicato nel paragrafo successivo.
È comunque pacifico il diritto del lavoratore a chiedere - ed ottenere - permessi non retribuiti o ferie per raggiungere il proprio comune di residenza con i mezzi di trasporto ordinari (treno, aereo, nave).
Solo il personale con rapporto a tempo indeterminato dei comparti pubblici può fruire, a tale scopo, dei permessi retribuiti previsti contrattualmente, se non ancora utilizzati.
PERMESSO RETRIBUITI AI DIPENDENTI PUBBLICI PER ESERCITARE IL DIRITTO DI VOTO
La materia è disciplinata dalla circolare della ragioneria generale dello Stato Igop n. 23 del 10.3.1992. La concessione del permesso retribuito per recarsi a votare in comune diverso da quello della sede di servizio, ai sensi dell’art. 118 del DPR 30.3.1957, n. 361, è previsto solo nell’ipotesi in cui il lavoratore risulti trasferito di sede nell’approssimarsi delle elezioni il quale,
anche se abbia provveduto nel prescritto termine di 20 giorni a chiedere il trasferimento di residenza, non abbia ottenuto in tempo l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio.
Qualora ricorra la predetta circostanza al lavoratore va riconosciuto il permesso retribuito per l’esercizio del diritto di voto entro i limiti di tempo stabiliti dal Ministero del Tesoro con Decreto 5.3.1992 sotto indicati, comprensivi del tempo occorrente per il viaggio di andata e ritorno:
• un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri;
• due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le isole.
AGEVOLAZIONI PREVISTE SULLE SPESE DI VIAGGIO SOSTENUTE, A FRONTE DELLA PRESENTAZIONE DELLA TESSERA ELETTORALE
Per usufruire delle agevolazioni occorre presentare la tessera elettorale: in mancanza della tessera elettorale il viaggiatore potrà firmare un'autocertificazione. In ogni caso nel viaggio di ritorno
l'elettore dovrà presentare la tessera elettorale con il timbro della sezione presso cui ha votato.
Si ricorda che il diritto di voto è, a norma dell'art. 48 della Costituzione, dovere civico ed è tutelato e garantito dalle disposizioni generali dell’ordinamento in materia di esercizio dei diritti politici, per cui sarebbero illegittimi eventuali comportamenti miranti ad ostacolarlo.
Sono previste agevolazioni tariffarie, per treni, navi e aerei, per gli elettori sia in Italia che all’estero. Sul sito del Ministero degli Interni, in occasione di ogni consultazione elettorale, sono pubblicate le norme al momento in vigore... (estratto dal sito Flc Cgil)
sabato 17 febbraio 2018
Botte agli insegnanti: Meno "Cerchi magici" dentro le scuole e più tutela
L'ultima notizia viene da Sondrio dove uno studente invitato a mettere via il cellulare, ha lanciato un oggetto contundente contro l'insegnante che ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Avevamo già letto di un'insegnante con 32 punti di sutura sul viso sfregiata dal suo studente con un coltello, un insegnante di Foggia selvaggiamente picchiato con calci e pugni da un genitore, a Siracusa mamma e papà di un alunno di 12 anni rompono una costola all'insegnante di educazione fisica per un rimprovero....
Capitano sempre più ragazzi e genitori violenti che sfogano i loro impulsi viscerali contro i gli insegnanti.
E a volte il virus della violenza penetra, infetta tutti e la situazione precipita...
E a volte il virus della violenza penetra, infetta tutti e la situazione precipita...
Cosa succede nelle scuole italiane?
E' evidente l'aumento di situazioni di disagio familiare, sociale e di impoverimento culturale di intere comunità e quartieri urbani.
Situazioni spesso favorite da un irrazionale sviluppo urbanistico e dalla mancanza di vere politiche sociali e culturali da parte delle amministrazioni locali.
In questi contesti la scuola diventa come un fortino educativo che regge a fatica le pressioni "barbariche" esterne e ogni tanto qualche "selvaggio" riesce a sfondare il perimetro e riversare il suo vuoto esistenziale dentro l'istituzione educante, quell'istituzione che vorrebbe trasmettere dei valori e dei saperi aiutando bambini e ragazzi a diventare adulti maturi e capaci di convivenza civile.
Ma perché assistiamo ad aggressioni continue dentro le scuole dove gli insegnanti sembrano completamente soli, indifesi e senza tutela di fronte alla violenza?
Molto peso, a nostro avviso, ha il tipo di organizzazione interna della scuola:
-La modalità di gestione organizzativa da parte del dirigente o di chi ne fa le veci;
-La capacità di ottimizzare il clima, i rapporti e le relazioni umane e personali sul lavoro e negli organi collegiali, e, soprattutto, di "fare squadra";
-La reciproca e leale collaborazione con i genitori e le loro rappresentanze elette;
-Il ruolo e la funzione che le Rappresentanze Sindacali Unitarie dovrebbero svolgere e che non sempre svolgono adeguatamente perché magari non hanno una visione della Scuola come "Comunità educante".
Può infatti capitare che alcune RSU siano più preoccupate, assieme a dirigenti e vice compiacenti, a costruire i cosiddetti "cerchi magici" e cioè spazi di potere personale con gruppi di docenti e ata fidelizzati e sotto protezione, portatori di voti nelle delibere e magari privilegiati nei progetti.
Ed è proprio quando predominano i "Cerchi Magici" che la partecipazione negli organismi collegiali e nelle assemblee diventa fittizia, si perde il contributo di preziose risorse umane fuori da questi "cerchi" e viene scoraggiato ogni tentativo di cambiamento e di innovazione.
E' quindi chiaro che se la Scuola, al suo interno, non ha un collante empatico tra chi lavora, se non ci sono corrette e solidali relazioni tra i vari profili professionali e neanche all'interno degli organi collegiali, se vige un clima di sopraffazione o discriminazione verso proprie colleghe e colleghi da parte di chi si sente "più su" degli altri, allora può accadere in quei casi che, di fronte alle famiglie e agli studenti, singoli docenti o singoli ATA appariranno soli e delegittimati, e quindi più vulnerabili ad attacchi e aggressioni.
Qual'è allora un fattore importante per limitare la proliferazione di violenze e bullismo e mobbing dentro le scuole ai danni di docenti e personale scolastico?
Rivedere l'organizzazione "Scuola" nel suo complesso, valutare il clima e la correttezza del funzionamento degli organi interni e dei rapporti con le famiglie.
Responsabilizzazione dei capi d'istituto e dei loro RSPP anche attraverso controlli e monitoraggi da parte degli Uffici Scolastici Regionali e dei dipartimenti ispettivi ministeriali.
Responsabilizzazione e verifiche sugli RSU e RLS da parte delle loro Organizzazioni.
Serve però autoinnescare un sussulto di dignità contagiosa da parte di chi lavora per riappropriarsi della vera partecipazione e pretendere trasparenza e attribuzione di importanza in certe "Contrattazioni d'istituto", assemblee e/o elezioni dei consigli, le quali, a volte, sono viste come frettolose e noiose formalità da espletare.
Prendere la parola senza timore nelle assemblee, nella ideazione e progettazione, esprimere liberamente le proprie idee per non morire lentamente di frustrazioni e mortificazioni sul posto di lavoro.
Se la "Scuola" non riesce ad applicare al suo interno i valori della legalità, della solidarietà, del rispetto interpersonale e della partecipazione come può insegnare qualcosa di buono alle nuove generazioni?
E come può essere una struttura autorevole compatta, armonica e solidale che tutela i suoi componenti marcando la propria differenza valoriale rispetto all'inciviltà di certi comportamenti brutali?
"Personale della Scuola per la Qualità e Dignità del Lavoro"
(Gruppo facebook fondato nel 2013 che conta diecimila iscritti)
venerdì 2 febbraio 2018
STRESS LAVORO CORRELATO NELLE SCUOLE, NORME COMPLETAMENTE IGNORATE
Che il mestiere dell’insegnante e di buona parte del personale ATA sia sempre più difficile e pesante, anche sotto l’aspetto psicofisico, è ormai fuori dubbio, ma il fatto è che le norme esistenti che potrebbero in qualche modo tutelare chi lavora nella Scuola, non vengono neppure applicate, proprio come accade per quelle sullo stress lavoro correlato.
In Italia, il vigente quadro normativo, costituito dal d.lgs. 81/2008 e s.m.i., obbliga i datori di lavoro a valutare e gestire il rischio stress lavoro-correlato al pari di tutti gli altri rischi, in recepimento dei contenuti dell’Accordo europeo.
A tal proposito nel novembre del 2010 la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro ha elaborato le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio stress lavoro-correlato individuando un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell’obbligo.
L’obiettivo principale della valutazione del rischio stress lavoro-correlato concerne l’identificazione di eventuali criticità relative a quei fattori di Contenuto del lavoro (carico di lavoro, orario, pianificazione dei compiti, ecc.) e Contesto del lavoro (ruolo, autonomia decisionale, rapporti interpersonali, ecc.) presenti in ogni tipologia di organizzazione lavorativa.
Le norme quindi ci sono e vanno applicate.
E’ ora di prestare attenzione alla prevenzione dello Stress Lavoro Correlato (SLC) nelle scuole e alla relativa formazione. Il Decreto legislativo 81/08 èmdivenuto operativo il 1° gennaio 2011 ma tuttora gravemente disapplicato con tutte le conseguenze sulla qualità del servizio e la dignità delle persone.
Il ruolo delle RSU
In fatto di SLC va anche detto che trattandosi di materia relativa alla sicurezza nei luoghi di lavoro, la questione dovrebbe essere affrontata anche nel contratto integrativo di istituto; le RSU (ma anche il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) possono intervenire sulla questione ed esigere che i dirigenti scolastici e i RSPP (Responsabili del Servizio di Prevenzione e protezione) assumano le iniziative necessarie per monitorare e prevenire il fenomeno.
lunedì 22 gennaio 2018
ELEZIONI RSU AD APRILE.... ORGANIZZIAMOCI
Da quello che si vede si sente, sembra che molti docenti e molti Ata abbiano un certo disinteresse per le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie nelle scuole.
E' sembrano esserci situazioni dove la sensibilità verso i diritti sindacali è vicina allo zero.
Nel senso che, in alcune situazioni, si fanno le contrattazioni ma non si fa mai un'assemblea del personale, nè prima, nè dopo.
In quei casi l'informazione sul FIS, sui BONUS merito, su programmazione annuale e sui carichi di lavoro rimane una materia poco conosciuta se non addirittura "tabù".
Per poter migliorare l'ambiente di lavoro occorre quindi, a nostro avviso, non limitarsi ad esprimere lamentele, ma interessarsi e partecipare attivamente, sia pretendendo che le RSU in carica organizzino subito una prima assemblea per informare tutto il personale sul documento della contrattazione d'istituto su cui si sta lavorando, sia una seconda assemblea prima della firma del documento.
INOLTRE sarebbe cosa bella se tutti coloro che lavorano nella stessa scuola comincino a contattarsi tramite social o direttamente per formare o appoggiare liste con candidati motivati e seri che possano apportare aria nuova e positiva nel clima delle relazioni umane, professionali e sindacali.
Non importa se la lista sia UIL, CGIL ANIEF SNALS...... L'importante è mettersi in gioco per migliorare il proprio posto di lavoro. Chi non se la sente di candidarsi faccia almeno il necessario per sostenere una lista mettendo una firma sul modulo di presentazione e poi faccia il passaparola per la partecipazione al voto.
Senza partecipazione la scuola rimarrà sempre in mano a pochi e sempre in mano ai soliti noti, con tutte le possibili clientele, favoritismi, disinformazione e strumentalizzazioni. L'alibi del "non ci capisco nulla" "non ho tempo" deve essere rielaborato. Con un minimo di motivazione chiunque può svolgere il ruolo di RSU, chiunque si può candidare, le cognizioni di base si apprendono presto e facilmente tramite gli strumenti esistenti messe a disposizione e tramite un minimo di confronto collettivo. Il gruppo FB "Personale della Scuola per la qualità e dignità del lavoro" può essere un formidabile strumento di formazione e informazione e di organizzazione per contattarsi e far alzare il livello di partecipazione democratica nelle scuole. Perchè senza la partecipazione la qualità e dignità del lavoro nella scuola non potrà mail decollare.
Non importa se la lista sia UIL, CGIL ANIEF SNALS...... L'importante è mettersi in gioco per migliorare il proprio posto di lavoro. Chi non se la sente di candidarsi faccia almeno il necessario per sostenere una lista mettendo una firma sul modulo di presentazione e poi faccia il passaparola per la partecipazione al voto.
Senza partecipazione la scuola rimarrà sempre in mano a pochi e sempre in mano ai soliti noti, con tutte le possibili clientele, favoritismi, disinformazione e strumentalizzazioni. L'alibi del "non ci capisco nulla" "non ho tempo" deve essere rielaborato. Con un minimo di motivazione chiunque può svolgere il ruolo di RSU, chiunque si può candidare, le cognizioni di base si apprendono presto e facilmente tramite gli strumenti esistenti messe a disposizione e tramite un minimo di confronto collettivo. Il gruppo FB "Personale della Scuola per la qualità e dignità del lavoro" può essere un formidabile strumento di formazione e informazione e di organizzazione per contattarsi e far alzare il livello di partecipazione democratica nelle scuole. Perchè senza la partecipazione la qualità e dignità del lavoro nella scuola non potrà mail decollare.
venerdì 19 gennaio 2018
Segreterie scolastiche, da febbraio si può convocare supplenti se.....
L'approvazione della legge di bilancio ha reso possibile la sostituzione, in caso di assenza, degli assistenti amministrativi e tecnici, cioè del personale di segreteria e dei laboratori.
SUPPLENZE BREVI PERSONALE ATA (comma 602)
Le nuove disposizioni derogano a quanto previsto dal comma 332 della legge n. 190/2014, secondo cui per le supplenze brevi degli AA e AT le scuole:
- non possono nominare supplenti in sostituzione degli assistenti tecnici;
- non possono nominare supplenti in sostituzione degli assistenti amministrativi, eccetto nei casi in cui la scuola abbia in organico di diritto meno di tre unità di tale personale.
Alla luce delle nuove disposizioni (comma 602), invece, le scuole, per le supplenze brevi (malattia, maternità…), possono sostituire gli assistenti amministrativi e tecnici a decorrere dal trentesimo giorno di assenza.
Quindi in sostanza si può convocare per sostituire
1)personale amministrativo e tecnico risultato temporaneamente inidoneo al lavoro alla visita medica collegiale
2) Personale che ha chiesto lunghi periodi di congedo per assistere familiari con handicap grave
3) maternità o lunghi congedi parentali
4)ricoveri con lunghe degenze o convalescenze
Quindi in sostanza si può convocare per sostituire
1)personale amministrativo e tecnico risultato temporaneamente inidoneo al lavoro alla visita medica collegiale
2) Personale che ha chiesto lunghi periodi di congedo per assistere familiari con handicap grave
3) maternità o lunghi congedi parentali
4)ricoveri con lunghe degenze o convalescenze
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