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mercoledì 15 maggio 2013

Scuole multate dal Fisco per i ritardi degli stipendi ai supplenti. Sindacati in panne


E' forse un caso unico al mondo ma è sintomatico di un singolare scollamento nella Pubblica Amministrazione del nostro paese.
L'Agenzia delle entrate è a caccia di quei dirigenti e direttori scolastici che dal 2008 ad oggi non hanno regolarmente versato gli oneri fiscali relativi agli stipendi dei supplenti temporanei. Danno all'erario e conseguente multa ad personam.
Un settore della Pubblica Amministrazione fa la multa ai responsabili di un altro settore della Pubblica Amministrazione. Anomalia tutta italiana.
Sono diversi anni che si protrae l'insana abitudine tragicomica dei "pagherò" utilizzata da molte scuole insolventi verso i precari, verso l'Inps e verso il Fisco.
I ritardi sono continuati anche dopo dicembre 2012 nonostante da quel mese i pagamenti delle supplenze temporanee vengano effettuate direttamente dal Tesoro su comunicazione dei dati stipendiali da parte degli istituti scolastici. Ma le scuole dispongono di un budget predefinito. Quando, come spesso accade, esso viene superato, i fondi disponibili devono essere integrati dal Ministero dell'Istruzione.
Succede quindi che migliaia di docenti, amministrativi e collaboratori scolastici, inseriti nelle graduatorie d'istituto svolgono incarichi di supplenza e vengono retribuiti anche con ritardi fino a sei mesi. Allo stesso modo, vengono versati in ritardo i contributi previdenziali e gli oneri fiscali legati alle buste paga. Ritardi che violano una legge dello Stato.

Ritardi insostenibili per tutti i supplenti che anticipano spese di viaggio, di affitto ed hanno una famiglia di mantenere. Simone, un precario della scuola scrive sul blog dei supplenti senza stipendio: "farsi prestare i soldi dai propri genitori per andare a lavorare è veramente frustrante e nauseante nonostante io abbia lavorato sempre"
Alcune grandi organizzazioni sindacali sono scese in campo ieri per difendere i dirigenti e i direttori scolastici dalle multe del Fisco e chiedono al ministro dell'istruzione un provvedimento di legge che annulli ogni sanzione. Sappiamo che molti dirigenti scolastici e direttori amministrativi sono comunque tutelati da una polizza assicurativa personale contro inconvenienti di questo genere.

Fanno bene i sindacati a tutelare i dirigenti loro iscritti che hanno maggiore forza contrattuale e di tesseramento rispetto a umili supplenti, ma viene spontaneo chiedersi: perché si usano due pesi e due misure?
In base alla loro "mission statutaria", le organizzazioni di tutela non dovrebbero avere a cuore migliaia di precari lesi nel loro diritto costituzionale alla regolare retribuzione?


Domenico Ciardulli

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