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mercoledì 6 maggio 2015

Scuola, Il "Corriere della Sera" si schiera con Renzi...

Replica all'editoriale di Ernesto Galli Della Loggia ("Nostalgia di un'Italia diversa") pubblicato sul Corriere della Sera di mercoledì 6 maggio 2015.

a cura di Domenico Ciardulli*

Secondo il prof. Ernesto Galli Della Loggia, che oggi scrive un editoriale di prima pagina sul "Corriere della Sera", starebbe nascendo una "nuova Italia conservatrice" che ha una giusta nostalgia di alcune caratteristiche del passato "insulsamente gettate via".
Nostalgia di uno Stato che per 150 anni ci avrebbe consentito una convivenza decente, uno Stato che non si era ancora rassegnato alle inefficienze dei suoi uffici e alla abituale protervia dei suoi dipendenti, che nei ministeri e altrove non  aveva dato tutto il potere alle lobby interne e ai sindacati etc etc.
Nel grande calderone delle degenerazioni italiane ci mette anche il tema attualissimo della Riforma della Scuola:
Una nuova Italia, scrive il nostro Ernesto, che vorrebbe "conservare una scuola capace di tenere a bada le famiglie e di mantenere la disciplina, con insegnanti bravi, consci del proprio ruolo e capaci di farsi ubbidire; con regole non destinate a mutare ogni tre anni; con programmi non pronubi alle novità quali che siano, alla "sperimentazione", all'"inglese", alle "lavagne elettroniche" "al mondo del lavoro", additati come altrettanti orizzonti supremi di ogni programma educativo". Una scuola ideale  che forse non è mai esistita: ma la cui immagine, di fronte alla rovina del presente, si rafforza ogni giorno di più come un irrinunciabile dover essere". 
Fatti questi assunti, Galli Della Loggia arriva alla sua chiosa finale scrivendo che "dalla Seconda Repubblica si esce con una ridefinizione profonda su ciò che è di destra e ciò che è di sinistra. Dove in certi casi si può essere "conservatori" stando a sinistra, o temi "di destra" possono essere fatti propri dalla sinistra. E ciò di cui si è accorto grazie alla sua età e al suo fiuto Matteo Renzi: ed è per questo che egli sta riportando una vittoria dopo l'altra, mentre i suoi avversari interni balbettano sul nulla e dalle altre parti si agitano solo dei fantasmi e degli inutili masanielli".

Fatto questa sintesi, proviamo adesso a scoprire dove sta il trucco retorico del noto giornalista del Corriere: 
Premesso che una riforma della Scuola è necessaria e lungi da noi un attaccamento allo "status quo", ritengo velleitario e irresponsabile voler prescindere dalla partecipazione degli attori principali che animano il mondo dell'Istruzione.
Qualsiasi adulto con un minimo di istruzione, conservatore o progressista che sia, non metterebbe sullo stesso piano la riforma della Scuola con le altre riforme: quelle della legge elettorale, del Parlamento e di tutti quei meccanismi "della politichetta montocitoriesca" (come le definisce Galli Della Loggia).
Il mondo della Politica è ben altra cosa rispetto a quello della Scuola perchè nel Parlamento nazionale e nei Parlamentini locali, con tutte le caste e sottocaste, sono annidati alcuni virus della corruzione, del voto di scambio, dei vitalizi, degli stipendi e pensioni d'oro e delle immunità e intoccabilità. 
Nella Scuola invece non ci sono vitalizi, non ci sono "onorevoli delinquenti", non ci sono tesoretti e sprechi di danaro ma c'è un esercito di persone (forse un po' più colte dei politici) che sono state "lasciate sole" per decenni (in edifici pericolosi e senza nemmeno la carta igienica) a mandare avanti con sacrificio il servizio pubblico statale chiamato "Istruzione".
Come si fa a far passare come riforma innovativa l'abolizione del precariato attraverso l'eliminazione di gran parte dei precari? Come si fa ad esautorare un collegio docenti dall'essere contrappeso del dirigente per dare una parvenza di responsabilità e potere al Consiglio d'Istituto, organo a mio avviso fantasma e comunque non rappresentativo perchè eletto in molte scuole con il 10% dei genitori aventi diritto al voto. 
Vorrebbe il prof. Ernesto far pensare che la Riforma della Scuola, che Matteo Renzi tenta di far passare, rappresenterebbe un modo per recuperare quella Scuola solida del passato che oggi si è persa. Ma non è così.
Sarebbe vero, forse, se questo assunto si riferisse alla Scuola dei Balilla del ventennio. 
L'oggi non è il ieri, caro prof. Ernesto, ed è una forzatura a mio avviso da "talebani" irresponsabili voler riformare la Scuola dall'alto "senza tener conto della realtà storica" (cit. Maria Chiara Carrozza), con una legge che ignora quasi completamente la consultazione sulle "linee guida" tenuta a novembre 2014 (vedasi qui le proposte del Gruppo supplenti).
E' un controsenso da dilettanti voler incrementare le autonomie scolastiche esercitando un potere centralistico di ristrutturazione dei modelli di gestione. E creare dall'alto un sistema misto pubblico-privato con poteri manageriali "prefettizi".
E per concludere, tornando al "fiuto" del premier e "a una vittoria dopo l'altra", aggiungerei che è un paradosso far passare leggi per una presunta "Italia diversa" facendo leva sulla paura di quei deputati dell'Italia attuale che voterebbero qualsiasi cosa pur di non andare a casa prematuramente e perdere tutti i privilegi. 


*Fondatore del Gruppo fb "Supplenti della Scuola per la Qualità e Dignità del Lavoro" (7300 iscritti). Collaboratore scolastico precario con circa 60 mesi di servizio.