Visualizzazioni totali

sabato 17 febbraio 2018

Botte agli insegnanti: Meno "Cerchi magici" dentro le scuole e più tutela

L'ultima notizia viene da Sondrio dove uno studente invitato a mettere via il cellulare, ha lanciato un oggetto contundente contro l'insegnante che ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Avevamo già letto di un'insegnante con 32 punti di sutura sul viso sfregiata dal suo studente con un coltello, un insegnante di Foggia selvaggiamente picchiato con calci e pugni da un genitore, a Siracusa mamma e papà di un alunno di 12 anni rompono una costola all'insegnante di educazione fisica per un rimprovero.... 
Capitano sempre più ragazzi e genitori violenti che sfogano i loro impulsi viscerali contro i gli insegnanti.
E a volte il virus della violenza penetra, infetta tutti e la situazione precipita...

 Cosa succede nelle scuole italiane?

E' evidente l'aumento di situazioni di disagio familiare, sociale e  di impoverimento culturale di intere comunità e quartieri urbani.
Situazioni spesso favorite da un irrazionale sviluppo urbanistico e dalla mancanza di vere politiche sociali e culturali da parte delle amministrazioni locali.
In questi contesti la scuola diventa come un fortino educativo che regge a fatica le pressioni "barbariche" esterne e ogni tanto qualche "selvaggio" riesce a sfondare il perimetro e riversare il suo vuoto esistenziale dentro l'istituzione educante, quell'istituzione che vorrebbe trasmettere dei valori e dei saperi aiutando bambini e ragazzi a diventare adulti maturi e capaci di convivenza civile.

 Ma perché assistiamo ad aggressioni continue dentro le scuole dove gli insegnanti  sembrano completamente soli, indifesi e senza tutela di fronte alla violenza?

Molto peso, a nostro avviso, ha il tipo di organizzazione interna della scuola:
-La modalità di gestione organizzativa da parte del dirigente o di chi ne fa le veci;
-La capacità di ottimizzare il clima, i rapporti e le relazioni umane e personali sul lavoro e negli organi collegiali, e, soprattutto, di "fare squadra";
-La reciproca e leale collaborazione con i genitori e le loro rappresentanze elette;
-Il ruolo e la funzione che le Rappresentanze Sindacali Unitarie dovrebbero svolgere e che non sempre svolgono adeguatamente perché magari non hanno una visione della Scuola come "Comunità educante".
Può infatti capitare che alcune RSU siano più preoccupate, assieme a dirigenti e vice compiacenti, a costruire i cosiddetti "cerchi magici" e cioè spazi di potere personale con gruppi di docenti e ata fidelizzati e sotto protezione, portatori di voti nelle delibere e magari privilegiati nei progetti.
Ed è proprio quando predominano i "Cerchi Magici" che la partecipazione negli organismi collegiali e nelle assemblee diventa fittizia, si perde il contributo di preziose risorse umane fuori da questi "cerchi" e viene scoraggiato ogni tentativo di cambiamento e di innovazione.
E' quindi chiaro che se la Scuola, al suo interno, non ha un collante empatico tra chi lavora, se non ci sono corrette e solidali relazioni tra i vari profili professionali e neanche all'interno degli organi collegiali, se vige un clima di sopraffazione o discriminazione verso proprie colleghe e colleghi da parte di chi si sente "più su" degli altri, allora può accadere in quei casi che, di fronte alle famiglie e agli studenti, singoli docenti o singoli ATA appariranno soli e delegittimati, e quindi più vulnerabili ad attacchi e aggressioni.

Qual'è allora un fattore importante per limitare la proliferazione di violenze e bullismo e mobbing dentro le scuole ai danni di docenti e personale scolastico?

Rivedere l'organizzazione "Scuola" nel suo complesso, valutare il clima e la correttezza del funzionamento degli organi interni e dei rapporti con le famiglie.
Responsabilizzazione dei capi d'istituto e dei loro RSPP anche attraverso controlli e  monitoraggi da parte degli Uffici Scolastici Regionali e dei dipartimenti ispettivi ministeriali.
Responsabilizzazione e verifiche sugli RSU e RLS da parte delle loro Organizzazioni.
Serve però autoinnescare un sussulto di dignità contagiosa da parte di chi lavora per riappropriarsi della vera partecipazione e pretendere trasparenza e attribuzione di importanza in certe "Contrattazioni d'istituto", assemblee e/o elezioni dei consigli, le quali, a volte, sono viste come frettolose e noiose formalità da espletare.
Prendere la parola senza timore nelle assemblee, nella ideazione e progettazione, esprimere liberamente le proprie idee per non morire lentamente di frustrazioni e mortificazioni sul posto di lavoro.
Se la "Scuola" non riesce ad applicare al suo interno i valori della legalità, della solidarietà, del rispetto interpersonale e della partecipazione come può insegnare qualcosa di buono alle nuove generazioni?
E come può essere una struttura autorevole compatta, armonica e solidale che tutela i suoi componenti marcando la propria differenza valoriale rispetto all'inciviltà di certi comportamenti brutali?

"Personale della Scuola per la Qualità e Dignità del Lavoro"
(Gruppo facebook fondato nel 2013 che conta diecimila iscritti)