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sabato 4 ottobre 2014

Proposte al Governo su "Labuonascuola". Bozza documento del Gruppo fb

Le amministratrici e amministratori del gruppo sono invitate/i ad armonizzare il documento che segue depurandolo da ripetizioni, problematiche specifiche risolvibili con l'attuale normativa, contenuti e regolamentazioni che non sono di competenza del governo ma di sedi decentrate.
Gli iscritti al gruppo sono invitati a dare il loro contributo di adeguamento del testo postando i propri suggerimenti in forma di commento sulla bacheca del gruppo o sotto questo blog.
La raccomandazione generale è di aiutare in questa impresa di formulazione del documento astraendosi dalla specifica problematica personale e ragionando in termini di "Bene Comune" e di miglioramento del servizio pubblico, avendo ben presente diritti e doveri delle persone, siano essi studenti, famiglie, personale della scuola.
Ecco la bozza di documento da sottoporre eventualmente alla supervisione dell'avvocato del gruppo:

Per quel che riguarda l’eventuale passaggio in ruolo in provincia o addirittura regione, diverse da quella di residenza, molti membri del gruppo hanno espresso perplessità dovute a problemi personali derivanti dal fatto di avere famiglia e scarse possibilità economiche, ma la maggior parte ha affermato di avere già le valigie pronte per un eventuale trasferimento.
Si vorrebbe però proporre di dare la possibilità ai docenti interessati di esprimere delle preferenze di sede.
Mary:  “Le linee guida presentate dal nostro premier con il titolo “La Buona Scuola” si presentano come uno studio attento e approfondito sull’attuale situazione della scuola italiana.
Numeri, grafici e tabelle, infatti, appaiono come il preludio  di una riforma non calata dall’alto dalla realtà politica, realtà aliena rispetto a quella scolastica, ma al contrario una riforma che, forse per la prima volta da molti anni, cerca di entrare nelle scuole cercando di coglierne l’essenza.
Scorrendo le pagine certo l’impressione che se né trae è ottima; impegno, dedizione, passione e soprattutto voglia di cambiare in meglio questa nostra scuola facendone un punto di partenza per un futuro migliore sembrano essere i sentimenti che animano i riformatori…
Quanto più avanti si va nella lettura, tanto più convinti si è della genuina bontà e della semplice freschezza di queste idee, tanto da arrivare a chiedersi come sia possibile che nessuno ci abbia mai pensato prima; tutto bene dunque, tutto bene fin quando si arriva a pagina 25.
I colori e la grafica ingannano l’occhio di chi legge, l’aria informale e allegra assimilabile a quella di un menù è completamente diversa da quella delle pagine bianche piene di fitti caratteri neri, cosi austeri, cosi solenni.
Tutto ciò non deve ingannarci poiché tra le righe della “riforma” si trova scritto il destino di molti insegnanti che da anni ormai lavorano nella scuola italiana con passione e dedizione; si tratta di tutti i docenti attualmente inseriti nelle seconde fasce della graduatorie d’istituto.
La pagina 25 del “La buona scuola” infatti reca scritto “bianco su sfondo azzurro” che tutta questa categoria di docenti, che conta più di 130.000 presenze, con una previsione di crescita di circa 30.000 unità,  sarà utilizzata per le “poche” supplenze brevi che non riusciranno ad essere coperte dal personale in ruolo.
La riforma mira, infatti, all’esaurimento delle GAE attraverso l’attribuzione di incarichi a TI a tutti gli aspiranti ivi inseriti, incarichi a TI sia su cattedre vacanti, sia su cattedre non vacanti.
Come può una riforma denominata “La buona scuola” ignorare cosi spudoratamente una categoria di lavoratori che può  vantare  oltre ad un titolo abilitante, anni e anni di servizio prestato?
Considerato che l’attuale sistema di reclutamento degli insegnanti pare far acqua da tutte le parti, insieme a quello di formazione  si rende necessaria una riforma che miri prima all'assorbimento di “TUTTI“ i precari della scuola e soltanto in un secondo momento all’istituzione di nuovi percorsi di formazione e quindi di reclutamento nella speranza che non ci trovi più di fronte all’attuale situazione.
Essendo ormai la chiusura delle GAE un fatto assodato, sarebbe auspicabile la trasformazione delle attuali graduatorie di seconda fascia in fasce aggiuntive alle GAE, utilizzabili in tal modo sia per l’attribuzione di incarichi a TD, sia laddove ve ne sia la possibilità per l’attribuzione di incarichi a TI.”

Riguardo ai colleghi della terza fascia delle graduatorie d’istituto, si è discusso sulla possibilità di percorsi abilitanti, che siano possibilmente meno onerosi di quanto sono attualmente, per consentire a chi lo desidera, di continuare ad insegnare.
Secondo l'orientamento prevalente dei presenti alla riunione, per la terza fascia dovrebbe essere studiato un piano di immissioni in ruolo tramite concorso o tramite un tirocinio da tenere alla fine del percorso abilitante.
Su una delle finalità delle linee guida ci troviamo d’accordo: mai più precari nella scuola! Ma questo dovrà avvenire tramite la graduale assunzione di tutti i docenti e gli A.T.A. presenti attualmente nelle varie graduatorie, non attraverso la cancellazione delle graduatorie stesse.
Marco: "Per quanto riguarda gli ATA, si chiede un aumento dell’organico che sia funzionale ad un ottimale funzionamento delle istituzioni scolastiche, non è accettabile che nelle segreterie ogni assistente amministrativo sia deputato a più compiti fissi, senza che venga prevista una sostituzione adeguata in caso di assenza. Il personale amministrativo è attualmente ridotto al minimo, e spesso le scuole sono in difficoltà proprio per questa carenza. Per quanto riguarda i collaboratori scolastici, si propone anche per loro un aumento dell’organico. L’esperienza con le imprese di pulizie ad occuparsi delle scuole non si è rivelata ben riuscita. Sarebbe auspicabile un aumento del numero dei collaboratori scolastici in modo che possano essere loro a tornare ad occuparsi delle pulizie degli edifici scolastici.
Inoltre si segnala che nelle scuole dell’infanzia e primaria i collaboratori devono spesso occuparsi dell’igiene personale dei bambini, compiti per i quali non sono formati e non vengono adeguatamente retribuiti.
Da evidenziare la frequente inosservanza della legge 81/08 sulla sicurezza dei lavoratori. Spesso molti collaboratori scolastici prestano da soli il loro lavoro quando nella scuola non c'è nessuno e vengono incaricati di svolgere mansioni e servizi a rischio senza gli adeguati dispositivi di protezione individuale.
Crescita professionale per tutti gli Ata: riqualificazione dei profili, possibilità anche per i C.S. di svolgere mansioni più qualificate compatibilmente con le loro capacità e/o studi oppure specializzazioni acquisite. Come succede con gli assistenti amministrativi che hanno incarichi particolari,e la riapertura dei corsi concorsi per i passaggio di profilo A  a profilo B ecc. "

INTEGRAZIONI successive proposte nei commenti:

Cinzia R. Io aggiungerei se posso di diminuire gli allievi per classe e di non eliminare la terza fascia...scusate ma qs ultima cosa la scriverei a lettere cubitali..in terza fascia ci sono come me persone con molti anni di servizio e impossibilitate a fare il tfa x validi motivi (come quelli economici che voi avete sottolineato o l'assurdita delle prove preselettive non inerenti alla materia di insegnamento). Grazie se mi prenderete in consoderazione!

Antonino R.: Anch'io sono d'accordo con la fascia aggiuntiva per tutti gli abilitati, ma chi non è abilitato dev'essere messo in condizioni tali di poter conseguire l'abilitazione, senza dover continuamente sottoporsi a mille passaggi concorsuali per poi accedere ad un corso abilitante a pagamento. C'è chi non può partecipare al TFA sia per motivi economici che per motivi logistici, considerato che non è dato frequentare un TFA magari nell'Ateneo della propria provincia, e che ad oggi non sono chiari e definiti nemmeno i diversi passaggi dell'attuale TFA. Bisognerebbe snellire la procedura per l'accesso al TFA, rendendolo più accessibile a tutte quelle persone che desiderano diventare insegnanti o a chi già insegna da anni ma non ha l'abilitazione. Per me non ha molto senso istituire un concorso con un test preselettivo, prova scritta e prova orale, per accedere ad un corso al termine del quale dovrai sostenere un altro ennesimo esame finale; e tutto ciò non rappresenterebbe nemmeno il traguardo per chi aspira al ruolo (inteso come stabilità del lavoro) poiché l'attuale normativa prevede un ulteriore concorso dove ti ritroveresti a sottoporti ancora a prove scritte e orali, tra l'altro sugli stessi programmi richiesti per l'accesso al TFA. Sembrerebbe una ripetizione di uno stesso concorso che farebbe guadagnare solo le Università e svuotare le tasche di chi con grande sforzo economico e psicologico si trova costretto a seguire questo iter normativo per continuare a sperare di insegnare.... chissà... un giorno!

Antonella N. Ottimo documento ! Personalmente entrerei più nel dettaglio riguardo ai trasferimenti in province diverse : le donne con figli minori dovrebbero avere precedenza di scelta per quanto riguarda la sede. Si dovrebbe trovare una soluzione adeguata perché non è possibile che debbano rinunciare al ruolo o addirittura all'insegnamento, considerando che le graduatorie saranno cancellate. Inoltre proporrei che i primi due concorsi fossero riservati solo ed esclusivamente a seconda e terza fascia, senza aprirlo ad "estranei" alla scuola. Ovviamente sono completamente ignorante in materia legale per cui le mie proposte vengono dal buon senso, ma mi rendo conto che potrebbero essere assolutamente irrealizzabili legalmente!

Maria C.:  Consiglierei, come già scritto da altri colleghi, di proporre la riduzione del numero degli alunni per classe. In oltre, eviterei lo spostamento in altra provincia da quella di origine almeno per chi lo ha già effettuato in passato.
Poi, per quanto riguarda una valutazione degli insegnanti? Io sono favorevole, ma è una questione delicata e personalmente non mi piace la proposta del documento "la buona scuola". Potremmo ispirarci al modello francese ovvero una valutazione da esperti esterni all'istituto in cui si lavora, lo trovo troppo irreale farsi valutare da una commissione interna formata da "colleghi amici" è da un preside a cui si potrebbe essere antipatici. Ci vorrebbe, in oltre, un regolamento deontologico da rispettare e una supervisione obbligatoria. Poi reinserirei le compresenza e le ore di laboratorio soprattutto pomeridiane. Lavorerei anche su questi temi. Grazie e buon lavoro.

Lidia C.:  Chiederei a gran voce che nelle scuole non si ecceda con la moda del wifi. Semmai che si investa in cablaggi per l'adsl in tutte le classi e si consenta di accendere i router e i terribili tablet solo durante progetti e lezioni particolari. l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”. I bambini e i ragazzi nel momento della crescita sono molto più sensibili e indifesi. Di certo, anche se non fossero cancerogeni, i wireless provocano in molte persone mal di testa e scarsa concentrazione, non certo l'ideale per gli studenti e i docenti. Io poi che sono docente elettrosensibile (ancora non grave, ma sto peggiorando) sto molto male (testa che gira, nausea, pruriti, stato di confusione e irritabilità) se vicina alla fonte (router, apparecchi con bluetooth, certi telefoni cordless, tablet e computer connessi e smartphone, sempre connessi), malessere che sparisce se mi allontano.

3 commenti:

  1. Tania P.:
    Salve a tutti,
    voglio contribuire anche io con mio commento alla vostra bozza di proposta.
    Sono una 27enne che ha fatto un anno di supplenza in un Istituto Superiore di Milano come ITP (insegnante tecnico pratico), mio primo anno di supplenza, III fascia Graduatorie d’Istituto…
    Un’esperienza di vita bellissima!
    La mia città è Napoli, lasciarla per un anno andando a Milano è stata davvero tragica per me… ma ci sono casi in cui l’amore per il proprio lavoro e soprattutto il sogno di una vita per poterlo realizzare ti portano a fare dei sacrifici.
    Nel programma “La Buona Scuola” non si è mai parlato di ITP, e questo mi preoccupa tantissimo, pertanto voglio parlare a favore della mia categoria e di tutti i miei colleghi.
    Altrettanto le abilitazioni sono assurde sia per i costi che per i requisiti di accesso:
    - TFA: riservato SOLO a laureati anche a coloro che non hanno prestato MAI servizio nelle scuole
    - PAS: riservato solo a chi ha tre anni di servizio alle spalle
    Visto che gli ITP sono docenti come tutti gli altri docenti teorici allora perché escluderli ogni volta?
    La burocrazia uccide il nostro paese, …
    I tempi lunghi appiattiscono i cittadini, appiattisce l’Italia, …
    Per quanto riguarda la situazione scolastica e la nostra “Buona Scuola” si potrebbe ipotizzare di:
    - Far rientrare nel concorsone del 2015 anche chi ha fatto supplenze pari ad un anno scolastico, ovvero a coloro che sono entrati in qualche modo a far parte in maniera sostanziale del mondo della scuola;
    - Attivare abilitazioni annuali per requisiti, accessibili a tutti, consentendo inoltre la conseguente abilitazione a tutte le classi di concorso di cui si è in possesso;
    - Evitare che le abilitazioni siano percorsi lunghi ed onerosi;
    - Optare, così come è stato fatto per i diplomi magistrali, a rendere abilitati le classi di concorso relativi ai laboratori, in quanto i docenti appartenenti a tale categoria possono vantare tante ore di laboratorio alle spalle. Ritengo inoltre giusto che ci sia inizialmente, all’inserimento scolastico del docente junior, un tutor (docente mentor) che affianchi il docente junior;
    - Se il laboratorio è il futuro, il cosiddetto futuro del saper fare, e che quindi sin dalle elementari saranno attivate ore di Laboratorio allora perché non ridurre il precariato con l’inserimento di docenti ITP sin dalle elementari e/o medie! In questo modo si farebbe fronte al problema degli esuberi legate alle classi di concorso degli ITP, molti docenti non si vedrebbero costretti di emigrare al nord, nascerebbero più posti di lavoro, più opportunità e più possibilità.
    Certo si aggraveranno le spese dello Stato ma gli investimenti servono a questo. Aprire nuove figure significherebbe per l’Italia investire per il futuro.

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  2. annalisa failla
    concordo con la fascia aggiuntiva per tfa e pas e sottolineo anche che non bisogna accettare le 24h . si toglie lavoro agli altri. grazie

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  3. PAOLA BRANDI Mi associo a chi respinge l'idea del " o ti sposti di provincia o nulla" molti dei colleghi in GAE hanno famiglia, casa, vita. Certo si puo' lasciare l'opzione. Va regolamentata quella parte dei docenti in GAE che non mette piede in aula da anni. Una specie di ultimatum, se non accetta nessun incarico nei prossimi 3 anni verrà espulso. Poi non si puo' fare tutto nel 2015, i numeri non sono reali e non ci sono state trattative con nessuno dei sindacati della scuola. Condivido ruolo per la II fascia che si inserisca in una lista provinciale o area metropolitana e NO all'abolizione della III fascia che andrà AD ESAURIMENTO e che contiene docenti che hanno il diritto di abilitarsi con corso di un anno senza numero chiuso. Il governo deve tener conto della fase transitoria. Si ad un nuovo sistema abiltante universitario a partire dal 2015 dedicato a chi vuole insegnare con esami specifici di didattica nell'ultimo anno + tirocinio.

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