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domenica 31 agosto 2014

L'amore infelice degli insegnanti italiani

(Ecco un articolo di Gianna Fregonara sul corriere della sera 31 agosto 2014)

Come si riconosce un insegnante italiano da un suo collega europeo? E' l'unico che usa ancora le interrogazioni (lo fanno 8 su 10) come metodo principale per controllare la preparazione dei suoi studenti. Negli altri Paesi(non solo europei in verità, succede anche negli Usa e in Brasile) meno della metà dei prof. si affida alle tenutissime domande one-to-one ai propi allevi per dare i voti: si fanno test, prove di gruppo, valutazione. E' uno dei dettagli segnalati dall'indagine Talis-Ocse 2013, pubblicata nei mesi scorsi: è stato chiesto agli insegnanti di raccontarsi, se amano il proprio lavoro, se si sentono apprezzati, che cosa pensano dei loro studenti, che cosa vorrebbero di più per migliorare la scuola, insomma una mega consultazione mondiale sul mondo dell'istruzione.
Ne è uscita una foto molto variegata della professione nei diversi Paesi che hanno partecipato all'indagine. I prof italiani non si sentono apprezzati (lo sanno 9 su 10 che il loro prestigio sociale è in ribasso), vorrebbero più riscontri del propriuo lavoro, e anche maggiore formazione, e credono di fare un gran lavor con gli studenti non solo nelle loro discipline, ma anche nel capirli e aiutarli a diventare "buoni cittadini" (...) Ma nonostante stipendi poco appetibili, difficoltà varie nella vita scolastica di ogni giorno, il precariato lungo, la mancanza croncia di risorse, gli insegnanti italiani dichiarano una grandissima motivazione, quasi una vocazione: soltanto uno su dieci, se tornasse indietro, cambierebbe strada. Nel resto dei Paesi l'indagine Talis, almeno due su dieci considerano di aver sbagliato carriera e tornerebbero volentieri sui propri passi per intraprendere un'altra professione. Eppure sia nella ricerca Talis che nelle rilevazioni internazionali degli ultimi anni, gli insegnanti italiani dichiarano spesso di sentirsi "isolati":hanno pochissime occasioni di lavorar ein gruppo, vorrebbero un riscontro della propria professionalità.
E non dispongono di nuove tecnologie: soltanto uno su tre le usa regolarmente nel proprio lavoro. Con i libri ce la caviamo poco meglio: solo un insegnante su due dichiara di avere a disposizione una biblioteca della scuola da usare con i propri alunni.

Per chi vuole divertirsi ad esaminare l'indagine Talis nella sua completezza:
http://www.istruzione.it/allegati/2014/TALIS_Guida_lettura_con_Focus_ITALIA.pdf

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